Se siete in vacanza con i vostri bambini nella meravigliosa Puglia, non dovete assolutamente perdervi uno dei gioielli più belli che la natura ci ha regalato: il Lago di Bauxite. Si tratta di un lago di colore smeraldo circondato da terre rossastre, formatosi in una cava di bauxite dismessa e situato a sud di Otranto, a pochi passi dal Faro di Punta Palascia e di Monte Sant'Angelo. I bambini, e non solo loro, non potranno restare indifferenti di fronte a questo disegno della natura e avranno la sensazione di trovarsi in un grande parco americano, proprio come il Grand Canyon! Meraviglia e stupore saranno le loro reazioni, ve lo garantisco! Non perdiamo altro tempo, iniziamo subito.

LA STORIA DEL LAGO DI BAUXITE
Ma come si è formato questo laghetto verde smeraldo che rende il panorama a dir poco straordinario? Innanzitutto, scopriremo che la bauxite è un minerale, dal quale viene ricavato l'alluminio, e di cui questa zona era particolarmente ricca.
Questo giacimento di bauxite fu scoperto negli anni '40 e fu fonte di sostentamento per tutti coloro che vi lavoravano. Qui si estraeva, infatti, il minerale per poi essere utilizzato per la produzione di alluminio. La cava fu sfruttata fino al 1976 ed inseguito abbandonata, sia a causa dei costi di estrazione elevati, sia a delle infiltrazioni di acqua provenienti da una falda acquifera scoperta, dovute forse allo scavare troppo in profondità. Fatto sta che queste infiltrazioni hanno dato vita, in seguito, alla formazione del laghetto verde smeraldo.
Questo laghetto è talmente bello che vi verrà voglia di tuffarvi, ma attenti bambini, purtroppo non è balneabile, quindi non potrete nuotare! Il paesaggio, poi, è a dir poco spettacolare! Troviamo una vegetazione così verde brillante da rendere il luogo unico e meraviglioso, il colore dell'acqua verde smeraldo, poi, crea un contrasto molto affascinante con il rosso intenso della terra polverosa e leggera dove, però, in alcuni punti è possibile ammirare la bauxite.
Per i bambini sarà bello esplorare, osservare e, perché no, raccogliere un po' di bauxite per portarla a scuola da mostrare ai compagni, alle maestre e ai professori! Finalmente la natura si è impadronita nuovamente, in modo del tutto spontaneo, di qualcosa che un tempo le fu strappato dalla mano dell'uomo.
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LA LEGGENDA DI ASMODEIDE
Anche questo posto solitario e misterioso, poco distante da Otranto, custodisce un'antica e triste leggenda. La leggenda narra di una fanciulla dai capelli rossi come il fuoco e dalla pelle bianca, di nome Asmodeide, promessa sposa di Teofante. Quando si addormentava accadeva qualcosa di terribile: Asmodeide aveva il dono di sognare il futuro, ma al suo risveglio non ricordava nulla, ma aveva sempre la paura di assistere a sventure che non avrebbe potuto in alcun modo evitare.
Il giorno del suo quindicesimo compleanno, dopo aver deciso la data del matrimonio con il suo amato fidanzato, Asmodeide si recò nel suo luogo preferito, nella cava, poco fuori le mura di Otranto, e qui incontrò il Destino, travestito da vecchio pastore, il quale le disse che non doveva assolutamente sposare Teofante, altrimenti la prima notte di nozze il solaio sarebbe crollato sul suo sposo disteso sul letto e sarebbe morto senza accorgersi di nulla.
La fanciulla decise lo stesso di coronare il suo sogno e, quindi, di sposare il suo amato. Una volta a letto, appena Asmodeide sentì scricchiolare le travi del tetto, spinse il marito fuori dal letto nel tentativo di salvarlo, e come il Destino aveva previsto il tetto crollò. Teofante era vivo, ma si precipitò per assicurarsi che la moglie stesse bene, inciampò sulle macerie e cadde su una trave che gli trapassò il cuore. Asmodeide triste e arrabbiata si recò alla cava dove l'attendeva il Destino.
Il vecchio pastore l'accusò di aver usato il suo dono per modificare il futuro e che sarebbe stata comunque sua, ma lei piena di rabbia gli disse che non l'avrebbe mai avuta e si gettò nel pozzo. Poco dopo dal pozzo iniziò a zampillare dell'acqua e fu proprio così che nella cava si formò un lago, il quale ancora oggi è alimentato da Asmodeide. Aguzzate la vista, potreste addirittura vederla! Dietro una leggenda si cela sempre un fondo di verità!
COME ARRIVARE ALLA CAVA DI BAUXITE
Raggiungere la Cava di Bauxite non è molto difficile, c'è da dire, però, che si tratta di una zona un po' nascosta, infatti non è ben segnalata da cartelli o sulle guide turistiche, ma se chiedete informazioni ed indicazioni a chi è del luogo la raggiungerete facilmente. Per arrivare alla Cava di Bauxite lasciatevi alle spalle Otranto ed imboccate la Strada Provinciale 369: questa vi porterà a Porto Badisco e Santa Cesarea, dove noterete da subito che la terra ha già un colore rossastro. Da qui dovrete percorrere ancora pochi chilometri e per poi ritrovarvi davanti ad una stradina sterrata. Una volta parcheggiata la vostra auto nel parcheggio adiacente, raggiungerete a piedi il lago color smeraldo.
CONSIGLI UTILI
- L'ingresso è gratuito a tutti, non c'è alcun ticket da pagare per visitare la Cava ed il Lago di Bauxite.
- Portate con voi cappellini e occhiali da sole, soprattutto nelle giornate calde e soleggiate; si tratta di una zona abbastanza ventosa, dove il vento soffia dal mare e non ci sono zone d'ombra.
- Vi sconsigliamo l'utilizzo del passeggino, perché il percorso è abbastanza impraticabile.
- Vi consigliamo di tenere i bambini vicino a voi, dal momento che la zona non è messa in sicurezza, in quanto non è un percorso turistico.
- Se avete voglia di raccogliere un po' di bauxite, portate con voi dei piccoli contenitori.
- Per maggiori informazioni visitare il sito web: Lago di Bauxite.
Un grazie particolare alla nostra amica Fiorella, che insieme alla sua mamma e al suo papà ci hanno regalato un'esperienza unica al Lago di Bauxite ad Otranto, attraverso immagini e racconti suggestivi, in cui stupore e meraviglia sono i protagonisti.
Come sempre concludiamo con una bella citazione:
Un lago è il tratto più bello ed espressivo del paesaggio. È l’occhio della terra, a guardare nel quale l’osservatore misura la profondità della propria natura.
Henry David Thoreau
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