La Basilicata è una regione magica, racchiude tesori e segreti accumulati in secoli di storia e perfettamente conservati. Ogni borgo, qui, vanta racconti e leggende, castelli, proprio come il castello di Bernalda, un borgo di origine medievale. Scopriamo insieme la storia di Bernalda, attraverso il suo caratteristico centro storico, con i suoi scorci e le sue meravigliose attrazioni. Bernalda è un paese ricco di storia, tradizioni e leggende che vi porteranno nel magico mondo del Natale.

LA STORIA DI BERNALDA
Le sue origini risalgono all'arrivo di alcuni coloni greci in terra lucana, ma è solo quando sopraggiunsero i Dori, nel 207 a. C., che si formò il primo centro urbano, a cui venne dato il nome di Camarda. Camarda era abitata da coloni e pastori, ed essendo un casale, godeva di una certa autonomia. Fu comandata da potenti signori locali.
Un violento terremoto nel 1378 distrusse l'intero borgo, che iniziò però a rivedere la luce con l'arrivo degli aragonesi. Il re Alfonso II D'Aragona assegnò questo feudo al suo segretario Berardino De Bernaudo, il quale fece erigere il suo castello attorno ad una preesistente torre normanna che ne sarebbe divenuta parte integrante; in seguito, il castello fu munito anche di un ponte levatoio e di un cannone.

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Successivamente, De Bernaudo si preoccupò di proteggere il borgo circondandolo con una cinta muraria intervallata da torri di avvistamento e creò un centro storico simile ad un reticolato. Nel XV secolo venne costruita anche la Chiesa Madre, detta "chiesa del convento" e dedicata a San Bernardino da Siena, santo patrono del borgo.
La vecchia Camarda aveva, quindi, lasciato il posto a Bernauda, poi Terra Bernaudi, ed infine prese il nome di Bernalda, che ormai aveva acquisito autonomia da Montescaglioso. Nel corso dei secoli questo borgo lucano è stato contrassegnato da lotte, spesso violente, per la contesa dei territori e dei boschi tra Bernalda, Pisticci e Montescaglioso. Gli scontri ebbero fine quando vennero definitivamente assegnate le terre ai contadini.
Durante il 1800, a causa delle scarse condizioni igieniche di quegli anni, si verificarono numerose epidemie fra cui quella del colera, che secondo la credenza popolare terminò per l'intercessione di San Bernardino. Dopo l'Unità d'Italia non furono rispettate le promesse di distribuzione delle terre e nel 1862 dei briganti si vendicarono contro i proprietari terrieri con scontri molto violenti, che portarono ad arresti e morti.
A fine secolo, la crisi economica portò un alto numero di famiglie di Bernalda ad emigrare soprattutto verso le Americhe. L'emigrazione raggiunse vaste dimensioni che interessò soprattutto il sud Italia. Nel 1932, Metaponto venne sottratta a Montescaglioso e Pisticci, divenendo così frazione di Bernalda. In questo periodo, il regime fascista avviò una bonifica del territorio che era caratterizzato da zone malariche.
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Nella seconda metà del Novecento, negli anni anni del boom economico, molti emigrarono verso il nord Italia, in Germania e in Svizzera. Chi decise di restare a Bernalda riuscì a trovare occupazione e vennero assunti nelle grandi fabbriche sorte in Val Basento, alla scalo di Pisticci e di Ferrandina o dall'Italsider di Taranto.
IL CENTRO STORICO

Partendo da Piazza Plebiscito, si rimane incantati da questa villa-giardino circondata da palazzi signorili ottocenteschi e dimore storiche della borghesia locale. Ben noto è diventato Palazzo Margherita, acquistato di recente dal regista americano Francis Ford Coppola, che ha trasformato la struttura in un resort 5 stelle.
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Piazza Plebiscito è la piazza principale del paese, la piazza del Municipio e della Chiesa del Convegno. Passeggiando per i vicoletti del centro storico ci rendiamo conto che Camarda nasce proprio dal suo centro storico, uno dei feudi più importanti della contea di Montescaglioso, una città fortificata, con una porta medievale (che è stata ricostruita) e la sua cinta muraria che si può vedere ancora adesso.
Quello di Bernalda è un centro storico ricco di chiese; infatti, merita una visita la Chiesa della Madonna del Carmine, che ospita un grande crocifisso ligneo del XVII secolo, la Cappella Fischetti, deliziosa nella sua semplicità, e la Chiesa del Convento di Sant'Antonio da Padova, che riporta al suo interno il crocifisso ottocentesco raffigurante un Gesù Cristo carico di pathos.
Scopriamo lungo il tragitto lo Stemma di Bernalda raffigurato da due simboli, la mucca e il sole —la mucca raffigura la maternità, perché anche Bernalda diede il contributo alla crescita demografica del paese insieme a Metaponto, mentre il sole è il simbolo di San Bernardino, il Santo patrono del paese ma anche il simbolo del più famoso feudatario Berardino De Bernaudo— e la residenza di Berardino De Bernaudo, con il portone in legno con due teste di leoni. Occhio ai tombini delle strade, vi accorgerete che rappresentano la vecchia moneta di Metaponto!

Si giunge così in Piazza San Berardino, con la statua dedicata all'omonimo santo e la scultura in onore di San Francesco d'Assisi, ricavata da un tronco d'ulivo. Qui troneggia la Chiesa Madre, risalente al 1530 e restaurata più volte. È particolare per la presenza, al suo interno, di due cimiteri, uno destinato ai sacerdoti ed uno ai bambini battezzati che morivano entro il settimo anno di età.

Inoltre, è possibile ammirare il Castello del Duca De Bernauda, formato da diverse torri ed un ponte levatoio affossato. Grazie alla sua posizione strategica, inoltre, Bernalda offre delle viste mozzafiato su Metaponto e sulla Valle del Basento, panorami incredibili e affascinanti.
LEGGENDE DEL NATALE IN LUCANIA
Misteri, enigmi, leggende e storie incredibili! Come recitava il titolo di una commedia del grande Eduardo De Filippo, «Non è vero, ma ci credo!»: tutti, chi più chi meno, siamo propensi a lasciarci incantare dal fascino dei luoghi e da quello che vi si cela. Che poi sia reale o immaginario poco conta, proprio come queste due leggende che sto per raccontarvi, ambientate nel periodo del magico Natale.
LA NOTTE DELLA VIGILIA DI NATALE
La notte della vigilia di Natale una donna si recò alla fontana con il secchio per prendere l'acqua. Il mattino seguente, al risveglio, trovò una incredibile sorpresa: il secchio era pieno di olio e non di acqua. Il nonno, testimone di quel prodigio, prese a raccontare la leggenda di una povera mamma che alla vigilia di Natale voleva preparare le frittelle ai suoi sette figli, ma non aveva olio per friggerle. Si rivolse ai vicini e questi non vollero dargliene. La donna, mortificata, prese il secchio e andò alla fontana del paese per prendere l'acqua e con grande sorpresa il secchio si riempì di olio.
LE NOVE PORTATE ALLA VIGILIA DI NATALE
La Vergine allattava il suo Bambino e di latte ne aveva così tanto che quando Gesù smetteva di poppare, spesso il latte continuava a fluire. Avvenne un giorno che, per distrazione della Madonna, una goccia cadesse per terra. Una rondine, più affamata delle altre, prese quella goccia di latte nel becco e stava per inghiottirla. Ma ci ripensò e decise di consegnarla al Signore Iddio, cui apparteneva. Il Signore Iddio ringraziò la rondine.
Poi, raccolse la goccia nel cavo della mano, ci soffiò su e la lanciò nel cielo. Ed ecco subito formarsi una grande striscia bianca. E la striscia bianca si prolungò, seguendo la corsa della goccia, per tutto l'inverno. Era come un gran fiume di latte, formato da infinite gocce, che poi sono le stelle. Lungo questo fiume, che unisce la terra al cielo, camminavano le anime dei morti per il Paradiso. E alla vigilia di Natale, ogni tavola viene apparecchiata con nove portate, quante sono, secondo la leggenda, le case alle quali bussò la Madonna prima di trovare asilo.
Bernalda, per il suo patrimonio dall'inestimabile valore storico e culturale, è stato riconosciuto come il più bello di tutta la Basilicata, una meravigliosa regione del sud Italia, purtroppo ancora poco conosciuta. Siamo sicuri, però, che attraverso i nostri racconti avrete voglia di conoscerla e di scoprirla assieme ai vostri bambini! Naturalmente, il nostro viaggio in Basilicata continua.
Concludo con una citazione:
Se studiate il Medioevo vi accorgerete che è diverso da ciò che siamo, da ciò che l’Europa è oggi diventata. Avrete come l’impressione di fare un viaggio all’estero. Occorre non dimenticare che gli uomini e le donne di questo periodo sono i nostri antenati, che il Medioevo è stato un momento essenziale del nostro passato, e che quindi un viaggio nel Medioevo potrà darvi il duplice piacere di incontrare insieme l’altro e voi stessi.
Jacques Le Goff
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